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Valeria, giovane fotoreporter, torna a casa dopo aver vissuto diversi anni in un paese africano dilaniato dalla guerra civile. Ben presto si accorge di non riuscire più a relazionarsi con una società che, alla luce delle sue esperienze, trova vacua, indifferente e scandalosa. Lei, che con le proprie mani, aveva scavato una fossa in cui depositarvi il corpo di un bimbo morto di stenti, non se la sente proprio di entrare a far parte di un sistema basato più sul consumo che sull'utilità, più sull'apparire che sull'essere, più sullo sfruttamento del prossimo, che sulla collaborazione. Ma la voglia di parlare, di raccontare ciò che ha visto e che ha vissuto sulla propria pelle nell'Africa nera, le viene inibita dalla paura di non essere compresa, di non essere ascoltata. Sarà il coinvolgente amore verso un'altra donna, conosciuta per caso a una festa, che la incoraggerà a scrivere un libro, e che l'aiuterà a ritrovare nuovi approcci con la realtà.